Koan: quale è la vera Seijo? Parte II

essere divenire Luglio 30, 2018 0 comments 0

A primo impatto la storia di Seijo sembra una storia di fantasmi, una storia di fantascienza. In realtà parla di noi.

Vi è mai capitato di sentirvi come spaccati in due, di voler essere in un luogo ma anche da un’altra parte, di fare un lavoro e volerne fare un altro, di essere impegnati in una relazione e volerne un’altra, di fare ciò che “è giusto vada fatto” e nello stesso tempo voler far altro? Quando siamo stabili, con salde radici, vorremmo essere liberi e leggeri; quando siamo liberi come il vento vorremmo essere stabili come un albero.

Come si fa a realizzare una vita senza spaccature?

La nostra esistenza dovremmo viverla rimanendo sempre nel qui e ora, totalmente calati nella realtà dell’istante. Se siamo qui ma vorremmo essere altrove, se siamo A e invece vorremmo essere B non siamo completamente nel momento presente e non siamo in pace. Il koan ci invita a fare pace con la nostra vita, tranquillizzandoci pazientemente istante per istante.

Il koan parla anche del conflitto tra passione e dovere: come si fa a non rinunciare ai nostri sogni ma a diventare adulti? Occorre analizzare di che sogni stiamo parlando. Se si tratta di sogni di fuga, per quanto attraenti, hanno a che vedere con il non essere a contatto con la nostra esistenza, non essere a contatto con la nostra vera Natura. Se invece si tratta di sogni che riguardano aspetti di noi non ancora maturati allora diventerà possibile far coincidere la maturazione di un sogno con la maturazione mentale ed emotiva.

Altro elemento da valutare sono i personaggi. Se mentre leggevate la storia avete pensato: “Io sono la Seijo che scappa”, vi siete persi qualcosa. Se avete pensato: “Io sono la Seijo che rimane ad assumersi le sue responsabilità”, ancora non avete visto qualcosa. Se avete pensato: “Mi sento vicino al padre che ha pensato al benessere della figlia”, avete una visione parziale. Se pensavate: “Mi sento ribelle come il ragazzo che scappa”, ancora mancano dei pezzi.

In realtà, siamo il padre che pensa al futuro della figlia, siamo la ragazza che scappa per amore, siamo la ragazza che accetta le responsabilità, siamo il ragazzo che fugge da una pena d’amore, siamo i ragazzi che si creano un’altra vita lontano da tutti, siamo il maestro zen che domanda chi è la vera Seijo e siamo il monaco che deve rispondere.

Nella nostra vita quotidiana siamo tante persone contemporaneamente: nelle relazioni affettive siamo in un modo, con gli amici siamo in un altro, in famiglia siamo un’altra persona ancora e a lavoro ancora diversi!

La nostra personalità ha tante sfaccettature. Siamo tanti, eppure siamo uno. Così come le nostre emozioni: nell’arco di una giornata ci sono momenti in cui siamo felici, poi arrabbiati, poi sorpresi…

Ma chi siamo veramente noi? Siamo tanti personaggi, ma siamo la stessa persona. Occorre cogliere l’istantanea compresenza di differenze e uguaglianze, di unità e molteplicità.

Questo koan si comprende quando realizziamo la simultaneità e la compresenza di molteplicità e unità, e quando comprendiamo tutte le persone che ci compongono e la nostra irripetibile unicità. E’ proprio maturando la nostra specificità che abbiamo la possibilità di riconoscerci totalmente Uno con la realtà.

Allora, quale è la vera Seijo?

 

(tratto da “Lo Zen Soto e i koan” di Dario Doshin Girolami)

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